Cambiamenti in vista per l’INPS: stabilito un nuovo assetto organizzativo che ha come primo obiettivo il riordino delle sedi localizzate nella zona metropolitana di Roma. La prima zona ad essere coinvolta è quella del I Municipio: la storica sede INPS del centro di Roma a piazza Augusto Imperatore chiude i battenti per far posto a nuovi uffici di rappresentanza dei parlamentari. I cittadini non ci stanno e scendono in piazza per protestare. È questo quello che è successo la scorsa settimana a Roma Centro, a causa dei cambiamenti previsti per l’organizzazione del principale ente previdenziale italiano. Sembrerebbe infatti che dei nuovi piani organizzativi stabiliscano il ridimensionamento di alcune sedi della città, per risparmiare costi e spazi. La sede INPS del I Municipio è stata dunque la prima a subire la chiusura di alcuni locali importanti, ed è stata declassata a semplice agenzia urbana con lo scopo di ottimizzare le risorse. Ma queste motivazioni non convincono la RdB Pubblico Impiego che ha subito organizzato un sit-in di protesta il 5 maggio davanti ai locali della sede: “È una scelta incomprensibile – dichiara Luigi Romagnoli, coordinatore nazionale della RdB INPS – non si può chiudere una sede che gestisce oltre 14.000 aziende e 225.000 lavoratori parasubordinati; in questo modo si toglie al I Municipio una presenza fondamentale e qualificata dell’Istituto previdenziale”. E la fretta dell’operazione lascia ancora più dubbi su questa chiusura inaspettata: il sospetto principale, infatti, è che la sede sia stata ridimensionata solo per far posto, in una zona centrale di Roma, a dei nuovi uffici per i parlamentari. Non ci si rende conto – spiega ancora Romagnoli – che affidando le sedi non più a dirigenti ma a dei semplici funzionari, ogni sede perde autonomia decisionale. In questo modo, come sempre, a pagarne le conseguenze saranno i cittadini, conclude l’esponente: “un INPS più debole sul territorio può significare, in futuro, meno servizi per i cittadini”.

Pubblicato su “Municipi di Roma” – Italia Sera.