Ventotto anni, praticante avvocato e un bel bagaglio di esperienza politica sulle spalle, Mattia Di Tommaso è il più giovane candidato alle Primarie del centrosinistra a Sindaco di Roma, sostenuto anche dal Psi. GIROMA lo ha intervistato.
Qual è la sua analisi della situazione attuale di Roma?
“Veniamo da cinque anni in cui la città si è spenta da un punto di vista culturale, perché nell’ultima amministrazione l’offerta culturale si è ridotta ai minimi storici. Per ciò che riguarda la mobilità, invece, Roma si è completamente paralizzata anche a causa di decisioni scellerate del Sindaco, relativamente a chi è stato messo a capo delle aziende pubbliche. E inoltre ci troviamo in una Capitale che ha perso ogni suo profilo internazionale”.
Quali sono i punti prioritari del suo programma?
“Voglio instaurare un nuovo dialogo per la mobilità: la metropolitana deve essere aperta anche di notte, soprattutto nei weekend, per migliorare gli spostamenti. Grande attenzione anche alle case, che rappresentano un’emergenza soprattutto per le giovani generazioni: Legambiente stima che ci siano oltre 300.000 abitazioni sfitte e non utilizzate che noi dobbiamo censire e assegnare a chi ne ha bisogno, secondo una graduatoria che agevoli le giovani coppie. Bisogna poi considerare al centro del dibattito tutta la tematica della riattivazione della città: localizzare gli eventi anche in periferia e permettere di sfamare quella voglia di cultura che hanno i cittadini. Solo attraverso questi processi è possibile riabilitare i quartieri, fare in modo che le piazze e i luoghi siano restituiti alle persone e non lasciati all’abbandono. Infine credo in una Roma dell’inclusione sociale, dove vengano affermati alcuni diritti fondamentali: penso ad un registro delle unioni civili, ad una politica fatta di integrazione di tutte le razze, culture e nazionalità presenti sul territorio. Una grande capitale europea non può ghettizzare nessuno”.
È sua l’iniziativa di far partecipare alle primarie anche i 16enni e la richiesta è stata accettata. Si ritiene soddisfatto?
“Sono molto contento, soprattutto per il senso simbolico di questa decisione. In questo modo abbiamo chiamato a partecipare e ad esprimersi sul futuro della città anche i giovanissimi, permettendo loro di contribuire con le loro istanze e i loro sogni, diversi sicuramente da quelli dei cittadini adulti e degli altri candidati stessi. Diciamo che è un modo per spostare l’asse del dibattito su nuovi problemi. Poi credo che la partecipazione dei giovani, soprattutto in una realtà locale, sia indispensabile”.
E come si fa ad avvicinare i giovani alla politica?
“Bisogna dare una dimostrazione quotidiana di rispetto delle istituzioni, ma anche di correttezza ed etica, che è la prima cosa che deve essere riportata a Roma. I giovani vanno ascoltati e coinvolti, cosa che i partiti non riescono più a fare. Io coinvolgo i ragazzi quando li emoziono, quando li entusiasmo sulla risoluzione concreta di un problema. Ecco perché condanno ogni tipo di demagogia che mira solo a fomentare o a denunciare la rabbia: se questo sentimento non viene accompagnato da una proposta politica finalizzata alla risoluzione del problema, rimane una rabbia sterile, fine a se stessa. È questo che differenzia il Movimento 5 Stelle dalla mia candidatura”.
Stando a contatto con i cittadini, quali sensazioni ha percepito maggiormente in loro?
“C’è sfiducia e il fenomeno 5 stelle ne è la dimostrazione. Perché è chiaro il messaggio degli elettori: schemi, strutture e persone che in questi 20 anni hanno dominato la scena politica, è ora che si facciano da parte. Non si può pensare di risolvere le cose con gli stessi modi e persone che hanno concorso a generare la situazione problematica attuale. Quindi da un lato c’è rabbia, rassegnazione e delusione; però sarebbe un peccato capitale se tutto questo non fosse affrontato nel modo giusto: bisogna trasformare questa energia in qualcosa di costruttivo da mettere al servizio della città. La mia candidatura ha la sola grande ambizione di mettere al centro dell’attenzione le proposte e i progetti fondamentali da affrontare”.
Faccia un invito a votare per lei: perché gli elettori che non la conoscono dovrebbero scegliere Mattia Di Tommaso?
“Perché sono portatore di istanze totalmente nuove e di un punto di osservazione diverso, non solo per un fattore anagrafico. I problemi che intendo risolvere sono quelli che vivo quotidianamente, non li riporto per sentito dire. Vivo costantemente sulla mia pelle, ad esempio, il disagio di essere precario, plurilaureato, un giovane a cui vengono tolte anche le possibilità di affermarsi. E poi credo che l’iniezione all’interno delle amministrazioni di una componente giovanile possa portare nuovo entusiasmo e passione, che male non fanno”.