“Abbiamo da raccontare una storia importante per il nostro futuro, una storia nuova che comincerà dal 25 Febbraio 2013”. Sono le parole di Francesco Storace, candidato alla Regione Lazio, durante la presentazione della candidatura nella lista PDL dell’assessore Luca Malcotti, che si è svolta domenica 3 Febbraio presso il Salone delle Fontane all’Eur. Un intervento crudo ed incisivo, che ha fatto incetta di applausi e scaldato la folla.
“La nostra è una regione che dobbiamo rimettere in campo, dimostrandone il grande valore – ha spiegato il candidato – ed abbiamo i numeri per farlo: tanti alleati, dieci liste a nostro sostegno e centinaia di candidati, mentre i nostri avversari hanno la metà delle liste e poche decine di candidati. Questo li spaventa profondamente perché non sanno cosa rispondere alle proposte del nostro programma”.
Proposte, queste, presentate proprio oggi 5 Febbraio presso il Tempio di Adriano in Piazza di Pietra, con la presenza di numerosi esponenti della coalizione di centrodestra. “Il nostro programma è bello, appassionante, racconterà ai cittadini quello che succederà dal giorno dopo le elezioni. Perché noi possiamo farlo, conosciamo come funziona la Regione. Torniamo in campo per evitare il ritorno degli arroganti, quelli che ogni volta mettono in discussione qualunque parola pronunciamo”.
Schietto e pungente, il segretario de La Destra attacca e ironizza sui suoi concorrenti politici. “Pensate a come sarà il nostro Paese dal 25 Febbraio: non ci sarà più un Presidente del Consiglio a cui dover parlare in tedesco per farsi capire; un Presidente che afferma ogni giorno di essere la novità della politica italiana, e annuiscono al suo fianco Casini e Fini”. Una critica forte, dunque, che non ha risparmiato colpi neanche al diretto rivale Nicola Zingaretti, anche lui in corsa per la Regione: “Vorrei che ci fosse più serietà in politica. Che se fai una scelta devi saperla difendere; e se non sei in grado, non puoi governare un’istituzione importante come la Regione Lazio. Spero in un dibattito pubblico con Zingaretti, ma pare impossibile”.
Dibattito o meno, Francesco Storace è sicuro della sua squadra e dei suoi programmi. “Noi vorremmo dar vita ad una Regione che di nuovo riesca a incidere su un tessuto di valori unitari, quelli per cui vale la pena battersi: è importante l’economia, ma anche il contesto sociale, la cultura in cui si vive, la dimensione in cui le persone operano. Credo che questa coalizione si debba far carico dei valori della famiglia, promuovendo una visione della vita che dobbiamo essere orgogliosi di rimettere in campo”.
E di orgoglio se ne respira tanto in sala, dal palco e dal pubblico, per tutti i progetti da realizzare e quelli già realizzati. La sanità al primo posto: “Ricordo ancora quando aprimmo il Sant’Andrea; lo aprimmo con lo stesso spirito laborioso con cui ci adoperammo per il Policlinico di Tor Vergata, per i lavori del Campus Biomedico e per ridare speranza ai malati più gravi del CPO di Ostia”. Un tema, questo, che rievoca vecchie inchieste giudiziarie e che “mi lascia qualche segno nel cuore”.
C’è spazio, aggiunge il leader, anche per rispondere concretamente ai giovani, alle donne e alle imprese in difficoltà, adottando una politica di modifica della pressione fiscale e una burocrazia che diventi amica degli imprenditori. È lungimirante e appassionato, Storace che invita i suoi elettori ad “emozionare” le persone e portarle al voto. “Ho molto apprezzato quando Obama, dopo aver vinto le elezioni, ha detto che il meglio deve ancora venire; bene, la nostra comunità sa che il meglio deve tornare”.
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