Ragionevoli dubbi – G. Carofiglio

Ragionevoli dubbi è un libro fresco, simpatico, serio e nel complesso molto interessante. Come nei precedenti romanzi di Gianrico Carofiglio, vengono raccontate le vicende di un giovane avvocato barese alle prese con la sua professione e tutti i casi e le avventure che essa comporta. In questo episodio, in particolare, Guido si troverà a dover difendere un uomo accusato di traffico e possesso di stupefacenti. Fabio – il sospettato –  rappresenta però per l’avvocato un ricordo non piacevole del suo passato, legato alla politica e alle gioventù del tempo. Tutto il romanzo, quindi, affronterà e racconterà del ragionevole dubbio del protagonista in merito alla effettiva innocenza del suo assistito, sulla giusta decisione da prendere per fare i conti col suo passato, nonché sulle tattiche da studiare e stabilire per vincere il tanto atteso processo.

L’autore scrive con una tecnica ammirevole. Il suo modo di raccontare è semplice, schietto ma intrigante e a tratti comico quanto serio. Immancabilmente realistico, se si pensa che lui stesso è un magistrato nella vita reale. La sensazione che si prova leggendo il libro è probabilmente quella che concretamente prova un avvocato nel suo vivere quotidiano e questo rende la lettura estremamente piacevole ed avvincente. Caratteristica da evidenziare è sicuramente il modo in cui i pensieri del protagonista sono esposti: in maniera molto evidente, quasi brutale tra un racconto e l’altro. Mai pesanti ed altalenanti fra ironia e pura logica giuridica. Gianrico Carofiglio riesce quindi a raccontare con ordine letterario l’usuale disordine dei pensieri umani e ciò fa di lui e del suo romanzo un caloroso invito alla lettura.

“Ascoltai tre volte quella canzone nella penombra, pensando a tante cose. Pensando che a volte ero contento di essere un avvocato. Pensando che a volte quello che facevo poteva addirittura avere a che fare con la giustizia. Qualunque cosa significhi la parola.”

Due di Due – Andrea De Carlo

L’estrema grandezza. Le infinite possibilità parallele e il pensiero di esse. L’idea di versioni alternative di sé e del proprio cammino. L’orientarsi su bussole rimesse in discussione.

Due di due è questo: il racconto di un’amicizia semplice nelle sue forme, comune nelle sue estensioni, dolcissima nei suoi tentativi, eterogenea nelle sue diramazioni. Mario e Guido si conoscono a scuola, crescono nella loro epoca e cercano le loro personalità l’uno nei caratteri dell’altro. Ognuno tenta di disegnare la propria vita fra viaggi, manifestazioni, amori ed emozioni altalenanti ma continue. È un susseguirsi di vicende che concorrono alla formazione dei ragazzi e che li aiuteranno a rafforzare le considerazioni che hanno l’uno per l’altro, senza mai spingersi oltre la sottile ma esigibile barriera che aiuta i pensieri d’affetto a rimanere dove sono. Senza esporsi troppo.

Un romanzo magnifico raccontato in prima persona da uno dei protagonisti ed avvalorato dai suoi pensieri, dalle sue riflessioni, dalle sue emozioni e ottiche del mondo che rendono l’intero racconto una grande partitura di percezioni ed attenzioni delicate ma consistenti. Che rendono l’amicizia dei due ragazzi necessaria ed inevitabile, per entrambi.

Sul piano stilistico troviamo una fluidità delle descrizioni che agevolano il coinvolgimento emotivo del lettore, e la bellezza di espressioni mature ma accessibili. Soprattutto nella seconda parte del libro, che infatti viene diviso in due tempi, come fosse un film. Come ad indicare due parti distinte della vita dei protagonisti. In fondo è così.

Andrea De Carlo non lascia nulla al caso. Lancia messaggi in tempi brevi fra un capitolo e l’altro, nei quali trascorrono anche anni in poche righe. Dettagli, caratteri e scenari sono grandemente curati nel loro obiettivo: trasmettere le emozioni dei due amici e suscitarne altrettante nel lettore, che inevitabilmente leggerà l’ultimo capitolo con gli occhi appannati dalla commozione.