La solitudine dei numeri primi – P. Giordano

Interessante caso letterario che pone a confronto le vite di Alice e Mattia, due giovani segnati dagli eventi traumatici del loro passato: Alice è rimasta zoppa da bambina per seguire un sogno non suo, e della sua anoressia non frega niente a nessuno; Mattia ha abbandonato la sorellina autistica in un parco, un giorno, e forse è colpevole della sua morte. Sia l’uno che l’altra crescono coltivando le loro solitudini, occultando e mascherando tutti quei dolori segreti che si riversano, inevitabilmente, nei loro caratteri, nelle decisioni prese, in quelle evitate. Si rincorrono, i protagonisti; si cercano e si respingono, si amano e si disprezzano lungo tutta la storia. Si tengono a distanza, pur essendo legati da qualcosa di forte e ignoto, a cui nessuno dei due riesce a dare nome.

Coinvolge, Paolo Giordano. Ci regala un’opera prima intelligente nella forma, con uno stile semplice, lineare e diretto. Mai stancante nelle sue descrizioni; forse impressionante in alcune immagini inusuali. Delinea i suoi personaggi con cura e trasporta il lettore, con ritmo, fino alla fine, dove lo pone, purtroppo, di fronte ad un non-finale. Il romanzo sembra incompiuto, come mancante di una delle colonne portanti. Si segue con piacere la crescita dei protagonisti, si arriva a sperare, addirittura, in una fine originale che non c’è, che delude.

La solitudine dei numeri primi è un libro interessante per lo stile, forse meno per i contenuti. Una storia che alla fine si dimentica, perché emotivamente non lascia nulla, ma che bisogna leggere. Fosse anche solo per puro esercizio mentale. La parte più bella dell’opera: il titolo.

Io uccido – G. Faletti

Io uccido non è solo un’agghiacciante vicenda di cronaca nera, ma è anche la firma di un assassino, lasciata su pareti inermi, testimoni di un massacro. Una scritta che ha più l’aria di essere un macabro promemoria piuttosto che un segno di riconoscimento. Un uomo, o nessun uomo – secondo la sua personale prospettiva psicologica – deturpa i corpi delle persone alle quali toglie la vita, strappando via, con precisione chirurgica, il loro volto.

Monte Carlo, la città del benessere, il paradiso di chi gioca con l’economia, il simbolo del barocco modernizzato, è lo scenario della storia che coinvolgerà forze di polizia, esercito, dottori, giornalisti, amori insoliti, ricordi da dimenticare e musica: quella che l’assassino, Nessuno – così nominato da se stesso e da chi guadagna scrivendo di lui – ama e di cui non può fare a meno neppure durante i suoi diabolici sacrifici notturni.

La narrazione si muove a passi lenti, ma comunque costanti nelle sue rivelazioni continue. Molti i colpi di scena che immobilizzano il lettore alle pagine fitte di eventi; una trama che riesce ad essere verosimile e coinvolgente. Si è proiettati continuamente nei panni dei personaggi coinvolti, nella loro mentalità, nei loro pensieri. Un’abile destrezza stilistica conduce l’autore a non chiarire subito determinate costruzioni che il lettore ha inevitabilmente maturato durante la lettura, e che si risolveranno solo in un secondo momento, come tanti tasselli di un puzzle che trovano ragione d’esistere solo quando vengono collocati al posto giusto. Sicuramente non un linguaggio semplicissimo, ma ad ogni modo avvolgente e intrigante nei suoi tratti ironici. Una storia che giustifica il meritato successo letterario di un Giorgio Faletti alla sua prima esperienza da scrittore. Immancabile nella propria libreria.

I segreti di Parigi – C. Augias

Come un musicista che non trascura neppure la più piccola nota del suo componimento, considerando ogni tono come fondamentale per la sua opera; o come un pittore che ama profondamente ogni più piccola sfumatura del suo dipinto, così Corrado Augias racconta e ripercorre la storia di Parigi, di una città disegnata e caratterizzata da storie, eventi ed avvenimenti che spesso passano inosservati, ma che influiscono alla realizzazione di ciò che si mostra ai nostri occhi.
L’autore affronta il suo viaggio navigando fra la letteratura francese e le storie d’amore, fino a sorvolare su contorte vicende riguardanti uccisioni, morti e conquiste. Insegue i personaggi, rincorre i dettagli e trasforma in parole le realtà di secoli di storia e di un presente sconosciuto.

I segreti di Parigi, e tutta la collana associata alle grandi città come New York, Londra e la più recente Roma, trattate da Augias, dà vita ad un personale stile narrativo, originale e poco utilizzato. L’autore si esprime, infatti, in maniera concisa, chiara ed esplicita, nonostante l’oggettiva pesantezza di numerosi dettagli che potrebbero confondere e disorientare un lettore poco esperto o non appassionato di storia.

Mentre da un lato – positivo – si osserva Parigi non come una cartolina raccontata ma come una città personificata, una donna da coccolare, una rosa da curare; da un altro aspetto – negativo – invece, il libro rischia di non prendere una vera e propria direzione: a tratti ha la forma di un racconto, a tratti di una guida turistica.

Nell’insieme è un’opera ben composta, non mancante di citazioni, rielaborazioni, traduzioni e quant’altro possa rendere migliore la prospettiva di una città bellissima come Parigi, che noi oggi osserviamo con occhi ignari.