Tutti i sognatori – F. Tuena

Il male è da sempre un mistero e una certezza. Ha molte forme: è esplicito, implicito, mascherato, palese, immenso o minuscolo. Dire di conoscerlo è mentire. Non si finisce mai di apprendere quanto possa essere insidiante,  presente nell’incoscienza (e nella coscienza) di persone che non hanno mai considerato la loro individualità al di fuori dei comandi di un Generale, o che peggio ancora hanno trovato nella guerra, sotto ogni sua forma, la propria immagine. L’amore, dal canto suo, differisce per aggettivi che si contano sulle dita di una mano.

È questo quello che si realizza dopo aver letto Tutti i sognatori. Un romanzo, una storia d’amore che nasce e si sviluppa in un tragico, drammatico periodo di guerra, in una Roma maltrattata dai violenti anni ’40. Ed è in questo scenario che Luca e Maria crescono, trovano se stessi pian piano, sognando, soffrendo, amando. Una storia divisa, come unita, da tanti sentimenti: emozioni e pensieri degni della loro età adolescenziale, mescolati ai tragici sgomenti e alle paure che la posizione politica di quel tempo offriva loro.

Le capacità descrittive di Filippo Tuena sono formidabili. Ammetto di aver dovuto sospendere la lettura più volte, quando la mia immaginazione correva e concretizzava le parole scritte su carta. Il libro, per questo, forse, non è molto scorrevole. Ma è davvero ben fatto, ricostruito adeguatamente e ricco di dettagli che fanno riflettere.

Ne consiglio vivamente la lettura a tutte le persone che conoscono bene quel periodo storico, e a chi non ne sa nulla. Non c’è niente di meglio per apprendere che leggere una storia comune a tante altre, semplicemente proiettata a qualche anno di distanza da ciò che viviamo oggi, da ciò che fa parte della nostra angolazione storica e sociale.

“Quando qualcosa ci cambia lo avvertiamo”, dice Tuena, e la lettura di questo romanzo lascia decisamente qualcosa a chi lo legge.

Mare delle Verità – A. De Carlo

Lorenzo Telmari è costretto a passare dei giorni in città, lontano dalla sua casetta in montagna, a causa dell’improvvisa morte del padre. Si palesa ai suoi occhi una moltitudine inaspettata: ricordi infantili, stili di vita e routine non consone al suo mondo. Il protagonista, infatti, è il fratello di un noto esponente politico, nonché cognato di una giornalista un po’ troppo abituata alle maschere televisive. Insieme, i due, propongono a Lorenzo la piattezza di una vita fatta di cose sempre uguali, attese e calcolate. La situazione per lui si complica quando trova l’eredità lasciatagli dal padre: una serie di pericolose verità da svelare, insieme ad una ragazza della quale si innamorerà e con la quale annoderà un intreccio fatto di fughe, segreti, memoriali smarriti, viaggi infiniti, gialli da risolvere.

Il romanzo è scritto in maniera egregia, e la tecnica, le tematiche, lo stile dell’autore sono riconoscibili, segnati da un’originalità semplice e poetica. Non manca occasione in cui Andrea De Carlo non sponsorizzi argomenti che trattano di ambiente, di malattie, di diversi modi di vivere, utilizzando discorsi figurati ma diretti. È in grado di creare delle immagini bellissime facendo correre la mente dello scrittore e farlo saltare, nel giro di poche righe, dalla fantasia alla realtà. Un libro che si legge con scorrevolezza e familiarità. Consigliato.

Ragionevoli dubbi – G. Carofiglio

Ragionevoli dubbi è un libro fresco, simpatico, serio e nel complesso molto interessante. Come nei precedenti romanzi di Gianrico Carofiglio, vengono raccontate le vicende di un giovane avvocato barese alle prese con la sua professione e tutti i casi e le avventure che essa comporta. In questo episodio, in particolare, Guido si troverà a dover difendere un uomo accusato di traffico e possesso di stupefacenti. Fabio – il sospettato –  rappresenta però per l’avvocato un ricordo non piacevole del suo passato, legato alla politica e alle gioventù del tempo. Tutto il romanzo, quindi, affronterà e racconterà del ragionevole dubbio del protagonista in merito alla effettiva innocenza del suo assistito, sulla giusta decisione da prendere per fare i conti col suo passato, nonché sulle tattiche da studiare e stabilire per vincere il tanto atteso processo.

L’autore scrive con una tecnica ammirevole. Il suo modo di raccontare è semplice, schietto ma intrigante e a tratti comico quanto serio. Immancabilmente realistico, se si pensa che lui stesso è un magistrato nella vita reale. La sensazione che si prova leggendo il libro è probabilmente quella che concretamente prova un avvocato nel suo vivere quotidiano e questo rende la lettura estremamente piacevole ed avvincente. Caratteristica da evidenziare è sicuramente il modo in cui i pensieri del protagonista sono esposti: in maniera molto evidente, quasi brutale tra un racconto e l’altro. Mai pesanti ed altalenanti fra ironia e pura logica giuridica. Gianrico Carofiglio riesce quindi a raccontare con ordine letterario l’usuale disordine dei pensieri umani e ciò fa di lui e del suo romanzo un caloroso invito alla lettura.

“Ascoltai tre volte quella canzone nella penombra, pensando a tante cose. Pensando che a volte ero contento di essere un avvocato. Pensando che a volte quello che facevo poteva addirittura avere a che fare con la giustizia. Qualunque cosa significhi la parola.”