Mancano pochi giorni a Natale e GIROMA ha fatto un giro in varie zone della città per scoprire alcuni degli Alberi di Natale, che sono uno dei principali simboli di queste festività.

Dai primi giorni di Dicembre, infatti, le case di miliardi di persone e le città di tutto il mondo ospitano abeti di ogni forma e dimensione. Mille colori, luci e decori differenti diventano come un foglio bianco e una matita nelle mani delle menti più creative e fantasiose che non attendono altro che il Natale per dare voce alle proprie idee.

Ma come mai addobbiamo l’Albero di Natale? La tradizione dell’albero è molto antica ed è il risultato di più usanze e consuetudini provenienti un po’ da tutto il mondo. In linea di massima l’albero è sempre stato per tutte le culture un simbolo della vita, ed era un rito beneaugurante portarne un ceppo in casa e bruciarlo nel camino come augurio del rinnovarsi della vita. L’Abete, grazie alla sua caratteristica di sempreverde, è diventato, nei secoli, l’albero della vita per eccellenza.

L’arrivo ufficiale dell’Albero di Natale si fa risalire orientativamente al 1570 in Germania, paese in cui, secondo un’usanza popolare, nel periodo natalizio si riempivano le città di abeti addobbati con mele, datteri e fiori di carta, oggetti simbolo di fertilità.

L’albero di Natale del XXI secolo, in realtà, non conosce quasi più la semplicità della vecchia tradizione e si è lasciato sedurre dalla moda di quello che potremmo definire come un nuovo Barocco contemporaneo. Gli abeti natalizi di oggi sono alti, bassi, stretti e larghi; si passa da quelli monocromatici a quelli multi color, da quelli a tema a quelli più fantasiosi.

Tutte le capitali del mondo si sbizzarriscono ed espongono le loro opere utilizzando anche gli spazi e gli strumenti più impensabili: gli alberi finiscono sott’acqua, appesi o rovesciati; galleggiano alcuni, sono enormi, pesanti, con milioni di luci, fatti di plastica, di legno, di stoffa o di carta. Roma, ovviamente, non è da meno.

Facendo il nostro giro per le luminose strade della Capitale, si possono apprezzare alberi ad ogni angolo. Si va da quelli più classici, come quello davanti al Colosseo; accompagnati da innovativi presepi, come a Piazza Venezia; a quelli più strani e originali. In Via del Corso un enorme albero è stato addobbato col simbolo di una nota fabbrica di automobili, mentre il fascino dell’ “abete brendizzato” ha colpito anche le piccole realtà, come quello tutto rosa di un’agenzia di moda capitolina.

Le cose più sorprendenti, però, le creano i romani nelle loro abitazioni e nei loro negozi. A Roma, infatti, non ci si lascia certo scoraggiare da un abete spoglio e, anzi, ogni anno si è pronti anche a rischiare con decori fuori dalle le righe. Se da una parte gli amanti della cucina adornano l’albero con mestoli e posate, le fashion victim appendono ai rami borsette e accessori di ogni tipo. C’è l’amante dei dolci che riempie l’abete di ciambelle e tartine, chi preso da un estro artistico non rinuncerebbe mai a decori a forma di chiave di violino e note musicali, e chi, invece, gioca con le dimensioni adornando un alberello piuttosto piccolo con delle palline giganti.

Ci si diverte con le forme, con i materiali, con l’effetto sorpresa: avete presente le palline di vetro che scuotendole creano un effetto neve al proprio interno? A Galleria Sordi ne è stata riprodotta una gigante con all’interno un Albero di Natale ed effetto nevicata annesso. Ma gli alberi natalizi sono anche in grado di creare polemica, come quello futurista che era stato messo a Piazza Venezia e che il Sindaco Alemanno – considerandolo una bruttura – ha fatto spostare all’Eur davanti al salone delle Fontane. Si trattava di un cono di cartapesta con fregi in rilievo che richiamavano il marmo bianco dell’Altare della Patria. Un albero inusuale, sobrio e di design, adornato con un elegante tricolore che voleva festeggiare il 150° anniversario dell’Unità.

Insomma, anche il Natale si sta rivoluzionando ed “originalità” sembra essere la parola chiave da tenere a mente nel momento di addobbare il proprio albero. Qualche nuova idea per il prossimo anno?