Gli incontri cambiano le vite. Modificano ogni sequenza, ed alterano, in modo più o meno percettibile, il trascorrere regolare dell’esistenza. È questo La finestra di fronte: uno spaccato di vita comune, una finestra – appunto – aperta su un presente e su un passato, scritti dalla casualità degli eventi, e pronti ad essere rimessi in discussione. Giovanna e Filippo sono sposati, il loro matrimonio è stanco e le difficoltà quotidiane mettono a dura prova la vita di coppia. Nessuno dei due ama il proprio lavoro, e mentre lui cerca di nascondere a se stesso le sue fragilità, lei spia dalla finestra Lorenzo, un uomo affascinante che vive nel palazzo di fronte al suo.

Presto la loro vita seguirà una deviazione inaspettata: l’incontro casuale con Davide, reduce di un campo di concentramento che ha perso la memoria, costringerà Giovanna a confrontarsi con il passato dell’umanità, con storie d’amore inedite, e con la necessità – sempre più pressante – di evadere da sé. Verrà proiettata, per un momento, in una realtà che non le appartiene realmente – come una piccola pausa dalla vita – ma che le farà capire qual è la sua direzione. Avrà la forza, forse proprio grazie a quel vecchietto misterioso, di cambiare le carte in tavola e dare una svolta alla sua vita.

La trama è originale e lo stile della narrazione mantiene costantemente vivo l’interesse dello spettatore. La buona dose di mistero e romanticismo sono mescolati al punto giusto, e il sapiente montaggio di flash back guida lentamente gli spettatori verso un coinvolgimento emotivo crescente. Spesso le immagini e il sonoro sembrano seguire una linea narrativa diversa, due trame differenti che si sovrappongono perfettamente: se la voce di Giovanna legge le parole di una lettera d’amore ritrovata nella giacca dell’anziano signore senza memoria, le immagini mostrano l’appassionato e insensato incontro tra lei e Lorenzo, che a sua volta spia Giovanna dalla sua finestra.

Giovanna Mezzogiorno at 2009 Venice Film Festival

Image via Wikipedia

Film straordinario in grado di parlare d’amore nel presente e amore nel passato; Ozpetek è ancora una volta in grado di commuovere con delicatezza e serietà toccando temi storici importantissimi, sempre con estrema educazione di stile. La qualità del film è anche il risultato dell’eccellente colonna sonora di Andrea Guerra, che regala ad ogni scena un tratto semantico di maggiore intensità; e dalla ormai appurata bravura di attori come Giovanna Mezzogiorno, Filippo Nigro e Raul Bova. Imperdibile.

“Tutti quelli che se ne vanno, ti lasciano dentro qualcosa di sé. Forse è questo il segreto della memoria”.