L’Otello di Shakespeare al Quirino

Il palcoscenico del Teatro Quirino di Roma accende i suoi riflettori sull’Otello di Shakespeare. Fino all’11 Novembre, infatti, Massimo Dapporto vestirà i panni del Moro di Venezia in una delle tragedie shakespeariane più famose, riadattata e vestita di un abito moderno e inaspettato.

Per la regia di Nanni Garella, i personaggi della messinscena danno voce e corpo a una storia fatta di guerra, inganni e manipolazione, che non smette di essere attuale con i suoi temi legati alla discriminazione razziale, al pregiudizio e alla falsità. Il generale Otello ama Desdemona (Angelica Leo), di un amore così assoluto da non conoscere gelosia. L’attendente Iago (Maurizio Donadoni) è invidioso dei suoi successi e fa di tutto per convincerlo che la sua amata lo tradisce con il luogotenente Cassio (Massimo Nicolini). In un perfetto gioco di menzogne e malintesi, la trama evolve drammaticamente fino a concludersi con uccisioni e suicidi, in una sconfitta corale che lascia l’amaro in bocca, come da tradizione shakespeariana.

La compagnia teatrale Arena del Sole porta così in scena una tragedia classica, ma decisamente rinnovata, perfino con delle venature ironiche inattese e a momenti eccessive. Sono frequenti, infatti, battute scherzose, scandite da tempi comici paradossali e fuori luogo; così come l’utilizzo di un linguaggio un po’ troppo contemporaneo, che perde verosimiglianza con vocaboli giovanili e a tratti grevi, decisamente lontani dal tenore dell’opera. ­­­In alcune scene pare di assistere ad una quasi-commedia che spiazza, diversa dall’originale forse, ma in fondo piacevole: è buona la tessitura che intreccia i momenti drammatici e quelli goliardici. Insomma, un invito costante alla riflessione, ma anche alla leggerezza.

Il tutto sullo sfondo di una scenografia eccellente: minimale ma d’impatto. Con colori e luci ben calibrate, proiettate su un telo mobile che diventa cielo diurno e notturno secondo le esigenze, e con effetti sonori imponenti, forse troppo, che a tratti coprono le voci degli attori e distraggono lo spettatore, pur restando coerenti con l’intensità emotiva delle scene. Ci si commuove, si ride, e si storce anche un po’ il naso, quindi, ma nell’insieme è uno spettacolo gradevole che vale la pena di vedere, anche fosse solo per le interpretazioni magistrali dei due attori protagonisti, Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni, rispettivamente nei panni di Otello e Iago.